Sudan, evacuati tutti gli italiani. Tajani: “Operazione rischiosa ma è andata bene”

L’Italia ha completato l’evacuazione dei 105 connazionali intrappolati a Khartum. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, al suo arrivo al Consiglio Ue Esteri in Lussemburgo. 

Tutti gli italiani che volevano lasciare il Paese sono ora a Gibuti e rientreranno a Roma con un volo dell’Aeronautica militare verso le 18-19 all’aeroporto di Ciampino. Stanno tutti bene”, ha dichiarato il capo della Farnesina.

Cosa ha detto il ministro Tajani: il video


L’Italia ha aiutato anche cittadini di altri Paesi a lasciare il Sudan. Voglio ringraziare l’unità di crisi della Farnesina e tutti i militari che hanno partecipato all’operazione di evacuazione, naturalmente anche la nostra intelligence grazie a una cooperazione tra tutte queste branche dello Stato, è stato possibile salvare tutti i nostri cittadini”, ha aggiunto Tajani.

Alcuni volontari di Emergency e qualche missionario, ha fatto sapere, non hanno lasciato il Paese. “Io sono rimasto in contatto con i leader delle fazioni che si stanno combattendo, li ho ringraziati, questo è un fatto positivo. È stata un’operazione difficile, complicata e rischiosa ma è andato tutto per il verso giusto”. 

Gli italiani quindi stanno per tornare a casa a causa degli scontri violenti che vanno avanti dal 15 aprile tra l’esercito regolare e un gruppo paramilitare delle Forze di supporto rapido (Rsf). Con un volo di un C130 dell’Aeronautica militare e un secondo di un AM400 spagnolo, sono stati trasferiti a Gibuti 105 italiani e 31 stranieri, tra cui portoghesi, australiani, greci, svedesi e britannici. Il vicepremier Antonio Tajani ha seguito direttamente la pianificazione e l’evacuazione in contatto con la premier Giorgia Meloni e il ministro della Difesa Guido Crosetto.

Italiani evacuati dal Sudan: i dettagli dell’operazione

Evacuati tutti gli italiani dal Sudan, le parole di Tajani
Italiani arrivati alla mensa della base italiana a Gibuti (Foto di Ansa Foto) – velvetnews.it

Ieri, domenica 23 aprile, i cittadini italiani sono stati trasferiti nella residenza dell’ambasciatore d’Italia Michele Tommasi, che ha coordinato l’organizzazione del convoglio che ha raggiunto l’aeroporto di Wasi Seyydna, unica via di uscita aerea, visto che lo scalo internazionale di Khartoum è inagibile a causa dei combattimenti.

L’evacuazione di altri cittadini

Operazioni simili sono state condotte anche da altri Paesi. Il premier britannico Rishi Sunak ha dichiarato che il Regno Unito ha salvato diplomatici e le loro famiglie. Il Canada ha temporaneamente sospeso l’evacuazione: “I nostri diplomatici sono al sicuro, sono stati estratti e stanno lavorando all’esterno del Paese”, ha twittato Justin Trudeau, premier canadese.

Germania e Francia hanno iniziato l’evacuazione, mentre l’Irlanda sta inviando una squadra di emergenza. L’Egitto ha evacuato 436 cittadini.

Borrell: “Ora dobbiamo spingere per la tregua”

È stato un weekend lungo, abbiamo lavorato per portare via le nostre persone dal Sudan ed è stata un’operazione di successo: centinaia di cittadini Ue sono fuori dal Paese, più di un migliaio di persone, ringrazio la Francia e saluto con favore gli sforzi comuni di molti Paesi. Ora dobbiamo spingere per una tregua, non possiamo permettere che il Sudan imploda perché creerebbe scosse telluriche in tutta l’Africa”, ha dichiarato Josep Borrell, Alto rappresentante della politica estera Ue.

Sudan: Erdogan propone i negoziati in Turchia

Pare che il presidente turco Recep Tayyp Ergodan abbia suggerito ai leader militari sudanesi di tenere i negoziati in Turchia. Al momento non si sa cosa pensano i due leader, Al Burhan ed Hemetti.

Il 69% degli ospedali nelle aree di conflitto ha sospeso il servizio. Non funzionano 55 dei 79 nosocomi della capitale Khartoum e degli Stati federali coinvolti.

Sudan, cittadini evacuati, Meloni: “L’Italia non lascia indietro nessuno”

Dopo una giornata di trepidante attesa, tutti i nostri connazionali in Sudan che hanno chiesto di partire sono stati evacuati. Con loro ci sono anche cittadini stranieri. L’Italia non lascia nessuno indietro”, così la premier italiana Giorgia Meloni, che ha aggiunto un appello per la pace: “Per la fine della guerra, all’apertura di un negoziato che conduca a un governo a trazione civile, il Sudan ha bisogno di pace”.

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