Def, si torna in Aula, Pella (FI): “Voto rinviato di poche ore, ma cambia poco nel contenuto”

L’approvazione del Def è rinviata a oggi, venerdì 28 aprile, dopo lo scivolone di ieri alla Camera. 

La risoluzione sullo scostamento di bilancio da 3,4 miliardi di euro nel 2023 e 4,5 nel 2024 non ha ottenuto la maggioranza assoluta, così non è stato possibile votare le risoluzioni sul Def.

La conferenza dei capigruppo della Camera è stata convocata immediatamente, accogliendo la richiesta di tutti i gruppo per un attimo di riflessione dopo la bocciatura. Dopodiché si è tenuto il Consiglio dei Ministri. Quindi oggi si tornerà in Aula per votare. “Non cambia nulla, invece di approvarlo ieri lo approveremo oggi”, ha dichiarato ai microfoni di Velvet News, Roberto Pella, capogruppo di Forza Italia in commissione Bilancio alla Camera e relatore al Documento di economia e finanza. “Bisognava avere una maggioranza assoluta di 201 e i membri di maggioranza che hanno votato in quel momento erano 195. Di conseguenza sono mancati 6 voti”, spiega.

Ma cosa è successo?
Non è vero che la maggioranza è stata in fibrillazione o non aveva i numeri. Su questo tipo di votazioni è necessaria la maggioranza assoluta che non è stata raggiunta. Questo ha fatto sì che il Consiglio dei ministri si riunisse nuovamente per modificare il Def per lo 0,001. Quindi sono partiti gli iter delle commissioni e questa mattina alle 9 ci sarà la discussione generale. Alle 10, le dichiarazioni di voto e alle 10.30 il voto finale. Il tutto è stato rinviato di poche ore, ma poco cambia dal punto di vista del contenuto”;

I deputati non sapevano che respingendo la risoluzione sullo scostamento di bilancio, non sarebbe stato possibile votare il Def.
Non è che non lo sapevano, lo sapevamo. E non è vero che non hanno votato a favore. Il problema è che c’erano 30 deputati in missione”;

La risoluzione del Def contiene il taglio del cuneo fiscale e il rifinanziamento del fondo per la riduzione della pressione fiscale, ma non solo…
Il Def, essendo un documento economico programmatico, traccia un quadro chiaro sugli impegni del governo. Abbiamo ritenuto di proseguire sulla riduzione del cuneo fiscale, destinando a questa voce circa 3,5 miliardi che si aggiungeranno ai 4,3 della Manovra economica. Arriveremo al 20% in meno”;

In termini pratici cosa implica per i lavoratori?
Si arriverà a un aumento in busta paga fino al 65% in più rispetto ai primi tre mesi. Ovviamente va commisurato in base alle buste paga”;

Avete preso impegni anche sull’occupazione giovanile, ma non solo.
Abbiamo inserito alcuni dei cavalli di battaglia di Forza Italia. In particolare sul tema dell’occupazione giovanile, specie femminile; abbiamo introdotto l’innalzamento delle pensioni minime e strumenti fiscali per finanziare le politiche pubbliche di rigenerazione urbana. Abbiamo poi toccato la questione del sostegno alla natalità e alla famiglia per quanto riguarda gli aspetti educativi e di conciliazione dei tempi del lavoro. E ci siamo impegnati per potenziare gli investimenti su istruzione e formazione di manodopera specializzata: molte imprese ne hanno bisogno”;

A Bruxelles è stato presentata la riforma del patto di stabilità, che costerà all’Italia 15 miliardi all’anno per quattro anni, o di 7-8 in sette anni. Come anche Giorgetti ha dichiarato, questo avrà ripercussioni sul Pnrr e sulle riforme promesse. In che modo dovrebbe agire l’Italia?
Abbiamo già esaminato e contestualizzato questo Def in base alle regole dell’Unione europea. A marzo in commissione Bilancio abbiamo formulato considerazioni proprio sulle consultazioni che il governo italiano ha raccolto nel Consiglio Ecofin. Paesi come il nostro, con un debito maggiore, hanno bisogno di un rafforzamento su determinati temi. È chiaro che gli investimenti saranno diversi, anche in funzione delle scelte che riguardano la riduzione della governance. La Commissione Ue ha formalizzato determinate proposte che dovranno essere oggetto di attenzione i Parlamento, perché sono regole cruciali nella definizione degli obiettivi da attuare. Dobbiamo essere onesti: periodi come quelli degli ultimi anni non arriveranno più in futuro. Nei precedenti governi facevamo spesso scostamenti di bilancio, poi sono arrivati i fondi di potenziamento delle misure legate al Covid, e circa 200 miliardi del Pnrr. C’è stata una stagione di fortissimi investimenti, che non possiamo immaginare in futuro. È chiaro che queste regole, se da un lato semplificheranno e ammorbidiranno la spesa corrente, indubbiamente avranno dei riflessi sugli investimenti. Ma la situazione dei conti dello Stato non è preoccupante”;

Si spieghi…
Il Pil in Italia è in crescita e il Paese potrà sopportare il deficit e il surplus economico, come abbiamo evidenziato anche nel Def. L’inflazione rientrerà nei dati storici, e non vedo i dati catastrofici di cui parla l’opposizione. L’impegno di questo governo è contenere il deficit. Non abbiamo fatto scelte scellerate e abbiamo approvato una Manovra contenuta che oggi ci permette di investire maggiori risorse da aggiungere. La Nazione sta crescendo, anche perché c’è un governo di centrodestra che rispetto a quelli precedenti di larghe intese ha una visione unitaria. Stiamo puntando sulla produttività, sulle famiglie, facendo crescere il Pil”.

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