Droni sul Cremlino: alcune ipotesi sull’episodio più enigmatico dall’inizio della guerra

L’episodio dei due droni lanciati sul Cremlino è senza dubbio uno dei più enigmatici mai accaduti dall’inizio della guerra in Ucraina. 

Molti sono i dubbi sulla veridicità dell’attacco, che secondo alcuni esperti potrebbe essere stato inscenato da Mosca stessa per due motivi. Da un lato per motivi di propaganda interna, dall’altro per giustificare un’escalation sul fronte.

Di queste ipotesi abbiamo parlato con Claudio Bertolotti, ricercatore dell’Ispi.

Questo episodio potrebbe cambiare il corso della guerra?
Questo evento non avrà conseguenze sull’andamento della guerra o sullo spostamento del fronte”;

Secondo lei è stata una messa in scena di Mosca?
“La possibilità dell’ipotesi di una messa in scena organizzata dagli stessi russi al fine di condizionare l’opinione pubblica interna, è verosimile. Non sappiamo quanto possa essere probabile”;

Con quale scopo?
“L’obiettivo potrebbe essere, da un lato spaventare l’opinione pubblica con l’attacco, dall’altro rassicurarla con il potere della comunicazione, che presenta l’evento come qualcosa di pericoloso ma controllato, contrastato in extremis dal sistema difensivo di contraerea russa. Ma una teoria che presenta punti critici”;

Quali?
In primo luogo, (visto dall’esterno ndr.) evidenzia la manifesta incapacità di bloccare un attacco fino al raggiungimento dell’obiettivo. Ma certamente è in grado di agire sull’opinione pubblica come una leva a favore del governo”;

Ma perché Putin ha bisogno di rassicurare l’opinione pubblica in questo momento?
“Penso che col sostegno dell’opinione pubblica – se questo fosse l’obiettivo associato all’ipotesi della false flag – Putin guarderebbe al rafforzamento del consenso a fronte di una mobilitazione di lungo periodo. In secondo luogo, un attacco militare deliberato allo Stato russo, aprirebbe formalmente dal punto di vista teorico, la possibilità di utilizzo degli arsenali nucleari”;

Putin ha intenzione di usare armi nucleari?
L’utilizzo resta comunque assai remoto. Ma è una carta che sul piano diplomatico si potrebbe imporre con la forza”;

Se invece si fosse trattato di un attacco nemico?
“Questa è l’altra ipotesi. Se si trattasse di un attacco nemico, interno o esterno, dobbiamo considerare che la presa di posizione russa dal punto di vista comunicativo, è coerente con la propaganda di governo che ci ha accompagnato nell’ultimo anno. E lo è in questo particolare momento, poiché l’evento in sé mette in evidenza una vulnerabilità che sorprende tutti. L’attacco con i droni, indipendentemente dal danno limitato, ha penetrato le linee difensive russe e di quello che è l’obiettivo primario e maggiormente presidiato di tutta la Russia”;

Questo comporta un danno all’immagine del Cremlino…
“Proprio a Mosca e a difesa del Cremlino erano stati schierati recentemente i sistemi di difesa contraerea dell’esercito. Non è il danno materiale che smuove le opinioni, ma il danno di immagine, dunque di credibilità. Ed è anche vero che a fronte dei danni limitati e della distruzione dei droni sopra il palazzo del Senato, l’episodio è stato presentato come capacità di successo delle linee difensive. Ma questo, come ho detto prima, è un messaggio all’opinione pubblica interna che ha bisogno di essere rassicurata”;

Cosa potrebbe succedere sul fronte ora?
Questa guerra ci ha abituato a momenti di grande intensità e momenti di stasi, in cui sembrava non succedere nulla. In realtà sulla linea del fronte sono condotti quotidianamente una serie di attacchi, in quella che è una guerra che si è fossilizzata in una di logoramento e attrito. In più ad ogni grande evento segue una reazione: a ogni attacco simbolico ne segue uno simile. In questo senso Mosca e Kiev si sposano perfettamente. La risposta russa non può mancare perché è un’esigenza comunicativa che il governo ha nei confronti dell’opinione pubblica russa”. 

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