Tra i due leader del Terzo Polo continuano i botta e risposta a distanza. Renzi porta in Italia Viva due deputate: “Se tutti vogliono lasciare un partito, qualcuno deve farsi una domanda”
C’era una volta la campagna acquisti nel calcio. Oggi esiste anche nella politica. Matteo Renzi scippa due deputate a Carlo Calenda e certifica, qualora ce ne fosse ulteriore bisogno, la grande distanza esistente tra i due leader di quello che fino a poco tempo fa veniva considerato il Terzo Polo. Uno sgarbo in piena regola, con tanto di botta e risposta a distanza tra i leader di Azione e Italia Viva.
Il 13 aprile scorso Calenda annunciò la rottura dando a Renzi le maggiori responsabilità per non aver “voluto un partito unico”. Oggi la risposta dell’ex sindaco di Firenze e Premier, che ha “arruolato” in Italia Viva due deputate: Naike Gruppioni e di Giulia Pigoni. La prima, un’imprenditrice di Bologna, l’altra, consigliere regionale di Sassuolo. Entrambe elette con Azione. Renzi precisa che non è stato lui “a cominciare” e sfida chiunque a dire di averlo mai sentito pronunciare “una sola frase contro Calenda”. Ma la stoccata all’ex alleato è netta: “Se in tanti vogliono andar via dal partito qualcuno dovrebbe cominciare a porsi qualche domanda…”. Il clima nel Terzo Polo resta tesissimo. “Per noi non c’è alcun motivo per dividere i gruppi parlamentari – osserva Renzi – c’è stata una frattura e le persone stanno decidendo, in piena libertà, se stare con chi la frattura l’ha creata o con chi l’ha subita. Ed è normale. Chi semina vento raccoglie tempesta”. “Ma noi – afferma – siamo qui a dire ‘ricominciamo’. Torniamo a parlare di contenuti e progetti”.
Calenda convoca il partito
Calenda convoca il partito e cerca di fare il punto della situazione. Raffaella Paita di Iv dichiara: “se le distanze sono abissali, ne prenderemo atto nelle sedi istituzionali”. Ma, in vista delle prossime europee, parte la corsa tra i due leader a chi si accaparra più parlamentari o eletti sul territorio. E il pressing di Renzi tra gli esponenti di Azione si dice che sia “incessante”. Così come il tentativo di isolare sempre di più Calenda al Senato. Tra gli esponenti del Terzo Polo c’è insofferenza: “Così facendo – spiega una centrista delusa dalle continue liti tra i big all’Ansa – stanno contribuendo a farlo fallire“. Molti esponenti di Azione criticano “il modo e i tempi” con i quali Calenda sancì il divorzio con Renzi osservando che si “sarebbero potuti usare toni più concilianti per evitare lo strappo”. Altri, però, assicurano che ad aver portato le cose al punto di “non ritorno” sarebbe stata Maria Elena Boschi, “da sempre contraria al progetto del partito unico”.
La nota della Gelmini
In serata arriva una durissima nota di Maria Stella Gelmini, coordinatrice di Azione: ‘La campagna acquisti effettuata da Matteo Renzi – mentre tutta la dirigenza di Azione era impegnata nella campagna elettorale per le Amministrative – e la conferenza stampa di oggi sono un chiaro atto di ostilità nei confronti di Azione, che allontana la prospettiva di alleanze future. È molto contraddittorio sostenere che si vuole ricostruire un lavoro comune in vista delle Europee e contemporaneamente comportarsi nel modo in cui si è comportato il leader di Italia Viva. Quanto avvenuto oggi è la prova di ciò che abbiamo sempre sostenuto: Matteo Renzi non ha mai convintamente voluto costruire alcunché. Per Azione in politica i comportamenti sono importanti quanto i contenuti. Oggi abbiamo avuto la conferma che su questo piano le differenze con l’attuale leadership di Italia Viva sono abissali.’, ha dichiarato in una nota il portavoce di Azione Mariastella Gelmini al termine della Direzione del partito che si è tenuta oggi pomeriggio.