Viti e bulloni nei cioccolatini Lindt, impiegata francese condannata al carcere

Lavorare nella fabbrica di cioccolato più famosa del mondo, la Lindt & Sprüngli, potrebbe essere il sogno di molti. Forse lo era anche per un’impiegata di cinquantasette anni che occupava un posto come lavoratrice temporanea, nell’azienda. Questa condizione di precarietà ha spinto la donna a un gesto estremo: ha introdotto dei bulloni e delle viti in diverse confezioni di cioccolatini. Il fatto risale al 2014 e in questi giorni il tribunale della città francese di Pau ha condannato l’impiegata a un anno di prigione con la condizionale.

Il gesto è stato fatto per attirare l’attenzione sullo stato di lavoro della donna, così ha riferito Jean-Christophe Muller, procuratore della repubblica di Pau da dove sono partite le indagini.Nel 2014 sono state scoperti anche dei bottoni all’interno delle confezioni di cioccolato, grazie ai raggi x. La Lindt stima di aver perso più di un milione di euro per i danni causati dai gesti dell’impiegata, infatti l’azienda è stata costretta a ritirare dal commercio le confezioni danneggiate e potenziare maggiormente le misure di sicurezza all’interno dello stabilimento.

La storia ha destato molto sgomento non solo per il pericolo di ritrovarsi bulloni nei cioccolatini, molti hanno preso le difese dell’impiegata sottolineando come il gesto sia una conseguenza delle condizioni lavorative in cui si trovano molti dipendenti dell’azienda. La fabbrica di cioccolato su questo fronte non si è ancora esposta, ma sicuramente il caso, dopo il clamore suscitato farà chiarezza anche sui diritti di chi da anni lavora nella Lidt con contratti inaccettabili. Di certo questo non basta a giustificare l’azione dell’impiegata che ha messo a rischio la salute dei consumatori. La fabbrica rassicura sul fatto che tutte le scatole compromesse sono state messe fuori mercato, ma di certo d’ora in poi non mangeremo più un cioccolatino con la stessa tranquillità.

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