Militanti musulmani attaccano un carcere. Oltre 150 evasioni

C’è stata una violenta battaglia all’interno del carcere di Kidapawan, nelle Filippine, dove un gruppo di musulmani ha sferrato un’offensiva che ha provocato la fuga di oltre 150 detenuti.

Un gruppo di militanti islamici ha attaccato il carcere di Kidapawan, situato nella zona meridionale delle Filippine, e il risultato è stato disastroso: dopo una violento scontro sono stati liberati più di 150 detenuti, provocando un’evasione di massa che ha avrà pesanti conseguenze. Erano circa un centinaio gli uomini che hanno assaltato la struttura penitenziaria e ben organizzati, e hanno ingaggiato un confronto serrato con le forze di sicurezza, che non sono state in grado di respingerli a causa dell’inferiorità numerica.

Si tratta di un attacco pianificato con cura, il cui successo è dovuto soprattutto all’ingente numero di unità, che ha letteralmente sbaragliato le difese della prigione, che nulla hanno potuto per contrastare la forza degli aggressori. Nello scontro c’è stato anche un morto tra gli uomini a difesa della prigione. Si tratta di una delle guardie che ha risposto al fuoco dei militanti islamici, ma è stato colpita ed ha perso la vita. Al momento non ci dovrebbero essere altre vittime, ma la situazione è in  costante aggiornamento e si attendono altre notizie nelle prossime ore, anche a riguardo del numero esatto degli evasi.

Uno dei sorveglianti ha rilasciato un’intervista alla Abs-Cbn e ha spiegato che lo scopo dell’operazione di queste forze armate di musulmani era quello di liberare alcuni compagni che si trovavano in stato di detenzione. Durante l’evasione sono stati uccisi sei prigionieri che stavano tentando la fuga e adesso è partita una vera e propria caccia all’uomo, per recuperare tutti gli altri evasi e riportare ordine nella zona intorno al carcere. Secondo le autorità locali si tratterebbe di un’offensiva sferrata da una fazione dissidente del Fronte Moro di liberazione nazionale, il gruppo islamico con il quale il governo sta trattando un negoziato di pace.

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Photo Credits: Facebook

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