Delitto Noventa: la decisione di Manuela Cacco

Delitto Noventa: le prove sono troppe, Manuela Cacco sceglie il rito abbreviato. La tabaccaia di Camponogara eviterebbe così l’ergastolo.

La notizia si è diffusa: potrebbe chiedere il rito abbreviato Manuela Cacco, la tabaccaia di Camponogara accusata, assieme a Freddy e Debora Sorgato, dell’omicidio di Isabella Noventa. Lo ha dichiarato ai quotidiani locali l’avvocato difensore della donna, Alessandro Menegazzo. Con il rito abbreviato non si va in dibattimento e l’accusato, in caso di condanna, può contare sullo sconto di un terzo della pena. Evitando in questo caso il possibile ergastolo.

Una scelta che potrebbe non essere così sbagliata, considerando la notevole quantità di prove a carico degli imputati, a partire dalle numerose intercettazioni telefoniche. L’udienza preliminare si svolgerà nei prossimi mesi. Freddy Sorgato, Debora Sorgato e Manuela Cacco sono accusati di omicidio volontario premeditato e di occulatamento di cadavere: il corpo di Isabella Noventa, infatti, nonostante le continue ricerche, non è mai stato ritrovato. La Sorgato in colloquio privato con la madre in carcere sembrerebbe avregli rivelato tramite una serie di gesti che si troverebbe molto lontano.

All’omicidio Manuela Cacco, però, non avrebbe materialmente partecipato anche se sarebbe stata a conoscenza delle sue fasi preliminari e avrebbe inscenato la “passeggiata” nel centro di Padova. La posizione della Cacco, inoltre, sarebbe aggravata dalle accuse nei suoi confronti di atti persecutori nei confronti della segretaria di 55 anni di Albignasego. Per quanto riguarda la presunta simulazione di reato, Manuela Cacco è accusata di aver finto di essere stata derubata del cellulare, denunciando il tutto il 15 novembre 2013 alla caserma dei carabinieri di Camponogara. Durante le indagini sarebbe stato scoperto che quel telefono sarebbe stato utilizzato ancora dalla Cacco, cambiando solo la sim. Ancora molti, comunque, restano i punti oscuri sulla morte di Isabella di cui, al momento, non si conoscono nemmeno le cause della morte.

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Photo Credits: Facebook

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