Shock in Liguria: arrestati un poliziotto e due funzionari del ministero dell’Interno

È successo a Savona. Sono accusati di aver accettato denaro e regali in cambio di sveltimento di pratiche amministrative. Arrestati anche due extracomunitari e un’italiana 

Un poliziotto e due funzionari del ministero dell’Interno sono stati arrestati questa mattina, 6 febbraio, a Savona con l’accusa di corruzione, dalla polizia. Avrebbero accettato denaro e regali in cambio di agevolazioni per varie pratiche: rilascio di permessi di soggiorno, cambio di cognome, riduzione dei giorni di sospensione della patente. Oltre al poliziotto e ai due funzionari sono state arrestate altre tre persone: un marocchino, un albanese e una italiana.

Sono stati sottoposti della misura cautelare della custodia in carcere il poliziotto, ex ispettore della squadra mobile, secondo quanto scrive Savonanews.it, e il cittadino marocchino, di 50 anni, regolare sul territorio nazionale, residente a Savona. Sono stati invece sottoposti alla misura degli arresti domiciliari i due funzionari del Ministero dell’Interno in servizio a Savona. Alla stessa misura cautelare degli arresti domiciliari sono stati sottoposti la cittadina italiana di 49 anni, per sfruttamento della prostituzione e falso, e il cittadino albanese, di 31 anni, regolare sul territorio nazionale, ritenuto responsabile del reato di corruzione, domiciliati entrambi a Savona.

L’indagine è iniziata nel dicembre 2015, quando nell’ambito di un’altra inchiesta sono emersi contatti sospetti tra alcuni indagati e il poliziotto. Secondo gli investigatori, il poliziotto e i due funzionari del ministero avrebbero sistematicamente abusato delle loro funzioni agevolando pratiche in cambio di denaro, ma anche di regalie come vestiti, schede telefoniche, cene, assunzioni di amici, visite mediche, spese gratis nei negozi. La quantità di pratiche per il buon esito delle quali si sono prodigati gli indagati e i rapporti illeciti intrattenuti dagli stessi con commercianti, liberi professionisti, lavoratori, hanno delineato “un quadro sistematico di abuso della carica pubblica  spiegano le forze dell’ordine – al fine di trarne un profitto personale o un vicendevole scambio di favori”.

Photo credits: Twitter, Facebook

 

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