Foibe, Giornata del Ricordo: “I giovani devono sapere” [VIDEO]

Il 10 febbraio si fa memoria delle vittime delle foibe, le voragini nella roccia in Friuli Venezia Giulia dove perirono molti italiani uccisi dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito nel 1945. Nel video YouTube di Tv2000 la testimonianza di Gianclaudio de Angelini, sopravvissuto ai massacri, costretto da bambino all’esodo verso l’Italia

Le parole di autorità ed esponenti politici ai sacrari delle vittime, a cominciare dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Ma anche, e soprattutto, centinaia di studenti delle scuole di ogni ordine e grado, accompagnati dagli insegnanti alla Camera dei Deputati, insieme a tanti componenti delle associazioni degli Esuli. Anche così è stato celebrato, venerdì 10 febbraio, Il Giorno del Ricordo delle Foibe e dell’Esodo Giuliano – Dalmata.

LA TRAGEDIA DELLA GUERRA

La ricorrenza di quest’anno è segnata dalla coincidenza con il 70° anniversario del Trattato di pace di Parigi del 1947, che sancì la chiusura del secondo conflitto mondiale, dopo che la guerra era terminata nel 1945, e la sconfitta dell’Italia, entrata in guerra sotto il regime fascista nel 1940, e poi dilaniata dalla guerra al suo interno dopo l’armistizio con gli angloamericani dell’8 settembre 1943. Conflitto scaturito fra i partigiani comunisti, cattolici, socialisti e liberali, che dettero vita alla Resistenza contro i nazifascisti e affiancarono gli alleati sbarcati in Sicilia e poi ad Anzio, e i fascisti repubblicani di Salò, fedeli a Mussolini e ai nazisti di Hitler.

I MASSACRI E L’ESODO

La fine della guerra, nel 1945, e la politica di assimilazione dei comunisti jugoslavi nei confronti della minoranza italiana segnò l’inizio dell’esodo degli italiani dall’Istria, dalla Dalmazia e da parte della Venezia Giulia, terre dove erano vissuti da generazioni. E che la sconfitta, grazie al Trattato di Pace del ’47, aveva fatto passare ufficialmente alla Jugoslavia. Una sconfitta pesantissima, contrassegnata dalle barbare esecuzioni dei soldati e partigiani comunisti del leader jugoslavo Tito, che torturarono e gettarono, a volte ancora vivi, nelle foibe, migliaia italiani etichettati come fascisti, molti dei quali erano invece gente comune (nella foto in basso, tratta dall’account Twitter di Ruggiero Filannino, un’immagine delle ricerche degli “infoibati”).

GETTATI NELLE VORAGINI

Le foibe sono delle cavità carsiche naturali, voragini che si aprono nella roccia e sprofondano anche per decine e decine di metri, a volte per centinaia. Diventarono la tomba delle vittime degli eccidi comunisti. I quali eccidi seguirono quelli che i soldati del Regio Esercito italiano avevano perpetrato sotto il regime fascista di Benito Mussolini nel tentativo di reprimere le ribellioni in Slovenia e in altre zone della Jugoslavia, durante l’attuazione di una politica di assimilazione forzata delle minoranze slave all’Italia e l’invasione attuata insieme ai nazisti durante la seconda guerra mondiale.

Foibe, Giornata del Ricordo: "I giovani devono sapere" [VIDEO]

Photo credits: Twitter; video credits: YouTube Tv2000

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