Terremoto di magnitudo 3.5 nel Reatino: 7 nuove scosse

La Terra continua a tremare: alle 4:17 della mattina una scossa di magnitudo 3.5 si fa sentire ad Amatrice. Altra scossa alle 6 di mattina in provincia di Siena.

La Terra continua a tremare incessantemente in cerca di un proprio equilibrio geofisico con avvenimenti sismici di diversa natura e portata, ma quello avvenuto nelle prime ore del 23 febbraio 2017 è un episodio importante. Sette le scosse di terremoto registrate nell’aree del Centro Italia, colpite e danneggiate gravemente già dal sisma del 24 agosto dell’anno scorso. Il movimento tellurico, di magnitudo 3.5, registrato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) alle 4:17 in provincia di Rieti, ad una profondità di 11 chilometri, non ha fatto altro che confermare quanto vissuto sulla propria pelle in termini di terrore e angoscia dai cittadini che in quelle zone vivono ormai in condizioni di precarietà e continua emergenza. L’epicentro questa volta è stato a 5 chilometri da Cittareale e 6 da Amatrice.

Nella notte si sono registrate altre scosse di magnitudo 2.0 circa nell’Aquilano: al momento non si hanno notizie di conseguenze sulle persone e sulle cose. Una scossa di magnitudo 2.3 si è invece verificata in provincia di Siena alle 6 di mattina, ad una profondità di 12 chilometri, l’epicentro a 2 chilometri da Buonconvento e 6 da Montalcino.

Dopo i gravi danni dovuti alle scosse di terremoto, che ormai si susseguono a partire dall’agosto dello scorso anno, si è parlato spesso di mettere in sicurezza e ricostruire i comuni colpiti ma attualmente non si hanno notizie di un eventuale ricostruzione. I comuni coinvolti sono stati “abbandonati” dallo Stato. Il governo Renzi aveva promesso di aiutare le popolazioni dei terremotati ma le sue dimissioni hanno bloccato qualsiasi piano. L’esecutivo di Gentiloni ha reditato questa grave situazione e a sentire il Commissario straordinario di Governo alla Ricostruzione delle aree colpite dal Terremoto del Centro Italia, Vasco Errani, “Non c’è ricostruzione, è tutto fermo” e riconosce il fallimento dello Stato, che lui stesso rappresenta, nella gestione delle fasi successive alle terribili scosse che hanno messo in ginocchio i diversi paesi di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio.

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