Paraguay, Parlamento sotto assedio e dato alle fiamme: morti e feriti

Tensioni e violenze in Paraguay dopo il voto di riforma della Costituzione che consentirebbe al presidente conservatore Horacio Cartes (e all’ex presidente Fernando Lugo) di farsi rieleggere nel 2018. Circa mille manifestanti, a volto coperto, hanno messo sotto assedio il Parlamento, dato alle fiamme. Almeno un giovane è morto durante la rivolta scoppiata ad Asuncion.

Un gruppo di circa mille manifestanti ha invaso la sede del Parlamento del Paraguay nella capitale Asuncion, protestando contro un progetto di riforma costituzionale che consentirebbe la rielezione di presidenti ed ex presidenti. Unità antisommossa hanno eseguito cariche con idranti e fucili a pallettoni per cercare di disperdere i manifestanti, che lanciando pietre e bottiglie sono riusciti ad entrare nel recinto parlamentare, dove hanno appiccato un incendio al primo piano (quello dove si trova la sala bicamerale del Parlamento e gli uffici di diversi deputati). Il capo del partito liberale, Efrain Alegre, ha confermato la morte di un giovane negli scontri. Il primo bilancio dei feriti ammonta a una trentina di persone, tra cui tre parlamentari.

La protesta in Paraguay è scoppiata dopo che si è diffusa la notizia che 25 senatori pro governo e dell’opposizione hanno svolto una ‘sessione parallela’ della Camera alta nella quale hanno approvato all’unanimità la riforma costituzionale (dopo aver modificato il regolamento), che prevedeva una maggioranza di almeno 30 voti per poterla portare a termine. A un anno dalle elezioni presidenziali del 2018, la riforma dovrebbe permettere al presidente conservatore Horacio Cartes, in carica dal 2013, e all’ex presidente Fernando Lugo, di candidarsi per un nuovo mandato.

La Camera dei Deputati, dove il governo gode di una larga maggioranza, dovrà ora approvare la riforma della Costituzione. Il voto era previsto per la giornata di oggi, sabato 1° aprile, ma è stato rinviato proprio a seguito dei gravi episodi di violenza scoppiati nelle ultime ore. “Non possiamo votare oggi. Quanto avvenuto è grave. Spero che si torni alla calma rapidamente”, ha dichiarato il presidente della Camera Hugo Velazquez. In caso di approvazione da parte delle due Camere, è prevista la convocazione di un referendum nell’arco di tre mesi.

Photo credits: Twitter

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