Denise Pipitone: attesa la sentenza della Cassazione, “I colpevoli sono ancora liberi”

La Cassazione è chiamata a decidere sul ricorso delle parti civili contro l’assoluzione in secondo grado di Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise Pipitone. La madre non si arrende alla scomparsa della piccola.

La Corte di Cassazione di Roma è chiamata a decidere oggi, 19 aprile 2017, sul ricorso delle parti civili contro l’assoluzione, anche in secondo grado, di Jessica Pulizziaccusata del sequestro della sorellastra Denise Pipitone. Entrambi i due processi precedenti si sono conclusi con l’assoluzione dell’imputata. Il 27 giugno del 2013 la sentenza di primo grado dei giudici del Tribunale di Marsala ha assolto la Pulizzi per mancanza di prove sufficienti a dimostrare che sia stata lei a rapire la bambina. L’ipotesi dell’accusa si basava sul risentimento nei confronti della madre della piccola, Piera Maggio, che aveva una relazione con il padre Pietro Pulizzi, nonché genitore di Denise. Il 2 ottobre del 2015, i giudici della Corte d’Appello di Palermo hanno confermato la sentenza di primo grado. Molte le contraddizioni, emerse nei processi, in cui è caduta la Peluzzi, ma nessuna talmente schiacciante da provarne la colpevolezza.

Sono passati quasi 13 anni dalla scomparsa della piccola Denise Pipitone e in questi anni è successo di tutto: dalle intercettazioni shock apprese durante i processi come “Eramu n’casa… a mamma l’ha uccisa a Denise”, pronunciata da Jessica Pulizzi durante un dialogo con la sorella minore Alice, ai numerosi falsi avvistamenti, alle prime confuse indagini in cui l’ex Procuratore della Repubblica di Marsala continuava a sostenere che la piccola avrebbe prima o poi fatto ritorno a casa. Tante le piste seguite, da quella familiare a quella che vedeva la bambina rapita dagli zingari. Un continuo alternarsi di ipotesi, avvistamenti e dichiarazioni probabilmente false come la versione di Giuseppe D’Assaro, in carcere per omicidio, secondo il quale il corpo della bambina è stato tenuto in un congelatore e poi buttato nel mare di Palermo. D’Assaro ha confessato di aver aiutato l’ex moglie Rosalba Pulizzi, nonché zia della bimba, a disfarsi del corpo della piccola. Una versione che, in un primo momento venne creduta dagli inquirenti, ma che non ha mai avuto riscontri con la realtà.

All’anniversario del 12esimo anno di scomparsa di Denise, la madre Piera Maggio ha scritto sul blog cerchiamodenise.it: “Sono trascorsi dodici anni senza mia figlia, senza verità e giustizia e i colpevoli sono liberi di vivere la loro vita, indisturbati. In galera ci vanno solo i ladri di polli, invece i ladri di bambini, i mostri crudeli, girano per le vie della città, apparentemente tranquilli. È uguale al primo giorno perché per me nulla è cambiato, questo lo dico per coloro che pensano o credono che il tempo lenisce il dolore, non il mio, non in questo modo, così vile, barbaro e crudele. Il sorriso da anni mi è stato spento, ma in qualche modo riesco a regalarne qualcuno, non per questo vivo bene e finché non c’è giustizia non ci sarà mai pace“. Parole forti e dure che esprimono il dolore di una mamma che si è vista strappare via la figlia dalla propria vita.

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