Verona, donna seminuda e fatta a pezzi: il compagno non è indagato, al vaglio le amicizie

Gli investigatori scavano nella cerchia di amici e parenti di Khadija Bencheick, la donna marocchina di 46 anni, il cui cadavere smembrato è ritrovato sabato 30 dicembre 2017 in un campo a Gardoni di Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona.

Una scoperta shock quella avvenuta sabato 30 dicembre, attorno alle 18.30, da un contadino all’interno di un campo a Gardoni nel Comune di Valeggio sul Mincio, vicino a un recinto elettrificato per cavalli. L’uomo si è trovato davanti ai resti di una donna massacrata, fatta a pezzi, la cui identità si è scoperto essere di Khadija Bencheick. La donna, marocchina di anni 46, probabilmente, è stata fatta a pezzi con una sega elettrica a Valeggio sul Mincio, nei pressi di un maneggio. Nel fascicolo aperto dal pm Giovanni Pietro Pascucci, al momento, non è stato iscritto alcun nome, ma le indagini proseguono a ritmo serrato. Molte le piste seguite dai Carabinieri del nucleo investigativo e da quelli della compagnia di Peschiera. Si passa al setaccio la vita della signora, senza tralasciare nulla, anche i rapporti con i parenti che abitano nella provincia lombarda.

Khadija Bencheikh era nata in Marocco e nel 2009 si era divorziata dal marito. Viveva in Italia da una ventina d’anni e da qualche anno si era stabilita a Verona. La signora non aveva una situazione stabile, ma recentemente viveva in un appartamento in un condominio con il compagno albanese. Nel palazzo, dove risiedono circa una ventina di famiglie, nessuno la conosceva. Gli investigatori hanno provveduto ad ascoltare nei giorni scorsi il compagno della donna ma, come riporta il giornalista Enrico Presazzi sul Corriere della Sera nell’edizione locale Veneto, al momento sul suo capo non pende alcuna accusa. Il convivente è un uomo gravemente malato e con diverse difficoltà motorie. L’ultima ad aver visto in vita Khadija potrebbe essere stata la titolare di un ufficio dove la vittima faceva le pulizie. Quel venerdì pomeriggio le due donne si sarebbero salutate verso le 19 alla fermata dell’autobus, ma Khadija non sarebbe mai più tornata a casa.

Ad uccidere la donna, stando all’analisi del medico legale, sono stati una serie di colpi al capo con un oggetto contundente che le ha lesionato il cervello. Secondo gli inquirenti la vittima conosceva il suo assassino e non è escluso che possa essersi trattato di un litigio sfociato in tragedia. Gli investigatori non vogliono esclude alcuna pista, specialmente in questa fase delle indagini e per tale motivo stanno passando al setaccio tutte le relazioni sociali della donna, anche quelle familiari. Ancora nessuna traccia del primo marito della donna, anche lui marocchino, con il quale  non avrebbe più avuto a che fare ormai da anni.

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Photo Credits Twitter e TGR Rai Veneto

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