Pamela Mastropietro fatta a pezzi da più persone: la ricostruzione shock dei periti

Continuano senza sosta le indagini riguardanti l’atroce morte di Pamela Mastropietro, la 18enne romana fatta a pezzi e riposta in due trolley. Importanti novità dalla perizia medica.

Stando alla perizia medica la 18enne Pamela Mastropietro è stata uccisa nel primo pomeriggio o al massimo entro le 17.30 del 30 gennaio scorso. Alle 22.30 Innocent Oseghale ha chiamato il tassista per farsi accompagnare con le due valigie, al cui interno vi era il corpo fatto a pezzi e lavato con la candeggina della ragazza romana, al fossato di Pollenza, in provincia di Macerata, luogo in cui ha abbandonato i due trolley. Per i periti sono quindi poche le ore per aver massacrato da solo il corpo della giovane dissanguandolo, smembrandolo e poi lavandolo con una cura maniacale per cercare di rimuovere eventuali tracce.

Sono queste dunque le prime conclusioni della perizia medico legale, depositata il 2 marzo dai periti incaricati dalla Procura Mariano Cingolani e Rino Froldi. La relazione non è ancora quella definitiva (che verrà invece consegnata nella prossima settimana, ndr) ma va comunque ad aggiungere dei tasselli davvero molto importanti per la ricostruzione dell’efferato delitto, avvenuto quel tragico 30 gennaio. Ad uccidere Pamela Mastropietro non è stata un’overdose, né la botta alla testa. La ragazza è stata uccisa dalle due coltellate ricevute al fegato. Si sospetta, come riporta Il Resto del Carlino, che l’omicidio sia avvenuto dopo un tentativo di violenza sessuale.

Pamela Mastropietro non si è quindi sentita male per l’eroina, che aveva raggiunto i vari organi mutando sotto forma di morfina e rintracciata dal professor Froldi. Questo passaggio ci comunica che la sostanza è stata iniettata diverse ore prima della morte, spostando così l’ora del decesso a qualche ora dopo rispetto al momento in cui la ragazza romana è salita nella mansarda dell’appartamento di via Spalato, a Macerata. Per tale ragione, come riporta Il Resto del Carlino, riducendosi le ore avute per compiere l’omicidio, i medici legali sostengono che ad effettuate lo smembramento, lo scuoiamento con la scomparsa del 20 per cento della pelle presa dal collo, dal fianco, dall’addome anteriore e posteriore, il lavaggio profondo nella candeggina delle varie parti, compresi i genitali, il lavaggio della mansarda non possa essere stato compiuto da una sola persona. Inoltre in quel lasso di tempo anche chi era lì si è lavato minuziosamente per togliersi di dosso qualsiasi traccia. Le persone che hanno quindi infierito su Pamela Mastropietro sono quindi più di una. Al momento i tre indagati continuano a negare tutto.

 

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