Bionerd: la scienziata radioattiva di Chernobyl

La ragazza radioattiva: così è stata battezzata dal giornale inglese Daily Mail. È una scienziata che si è avventurata in uno dei luoghi più radioattivi al mondo: nell’ex centrale nucleare di Chernobyl, chiusa dalla disastrosa esplosione del 26 aprile 1986. Non ha reso pubblica la sua identità: si fa chiamare “Bionerd” e la sua missione scientifica è dimostrare, sulla propria pelle, la non pericolosità permanente dell’area.

Sul proprio account di YouTube, che ha già attirato migliaia di iscritti, l’anonima ricercatrice ha caricato le immagini riprese fatte tra le rovine del sito dichiarato inagibile all’uomo per i prossimi 20.000 anni. Giusto domenica scorsa si ricordava il ventinovesimo anniversario del disastro, considerato ancora oggi come il peggior incidente nucleare della storia. Da allora il sito di Chernobyl è stato chiuso al mondo. O meglio, tutti ne sono rimasti distanti, ad eccezione di lei.

Nonostante gli ovvi pericoli, vuole dare valore alla sua teoria. La scienziata, infatti, afferma che il suo corpo è stato esposto a una maggiore quantità di radiazioni quando si trovava in ospedale. Sottolinea che si hanno più probabilità di ammalarsi di cancro nuotando in mare senza la protezione solare piuttosto che camminando per Chernobyl.

Nei video Bionerd mangia mele “radioattive”cresciute nei dintorni delle zone più desolate, dichiarate dai ricercatori ucraini ad alto rischio cancerogeno. Posa in sala di controllo del reattore termico e misura i livelli di radiazioni ancora persistente nell’aria.

Nell’intervista rilasciata al Daily Mail, la studiosa inizia spiegando di non volere rendere nota la sua identità in nome della scienza e perché “nessuno dovrebbe adorare uno scienziato, si dovrebbe apprezzare solo il suo lavoro“.

Oltre a condurre esperimenti scientifici che misurano la quantità di radiazione, i video di Bionerd mostrano anche la stranezza della zona una volta fiorente e abitata, ora abbandonata e inospitale. Parla dell’intera area come una capsula del tempo: “Il tempo si e fermato a 29 anni fa nel momento in cui il reattore scoppiò, e non intendo solo le lancette sugli orologi…solo se la si visita si può comprendere il vero significato della zona“.

Poi conclude: “Chi non ha visto questo luogo non è in grado di cogliere appieno quello che sto facendo; molta gente penserà che sia pazza“. Eroina o incosciente? Alla comunità scientifica l’ardua sentenza.

Foto by Flickr

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