Infermiera killer, la lista nera delle sue vittime: è accusata di un altro omicidio

Daniela Poggiali, già condannata per omicidio in primo grado, rischia il rinvio a giudizio per la morte del 95enne ex datore di lavoro del fidanzato.

La ex infermiera di Lugo di Romagna Daniela Poggiali, avrebbe ucciso un altro paziente attraverso un’iniezione di potassio, rispetto a quanto già appurato dagli inquirenti. Alla donna, 44 anni, viene ora imputato non solo l’omicidio della 78enne Rosa Calderoni, che le è costato una condanna in primo grado all’ergastolo. La Procura di Ravenna, secondo quanto riporta il Resto del Carlino, ha notificato alla donna, attualmente in carcere a Bologna, l’atto di fine indagini – preliminare alla richiesta di rinvio a giudizio – per omicidio volontario in relazione alla morte di Massimo Montanari, 95 anni, ex datore di lavoro del fidanzato della Poggiali, deceduto la notte del 12 marzo 2014.

In questo caso rispetto all’omicidio Calderoni ci sarebbe – sostengono i procuratori – il movente del delitto da parte dell’infermiera. Vale a dire una minaccia di morte che la Poggiali aveva indirizzato a Montanari dopo che questi aveva licenziato il suo uomo, e che è finita agli atti del processo. Secondo l’indagine dei carabinieri, coordinata dal procuratore capo Alessandro Mancini e dal pm Angela Scorza, il 3 giugno 2009 la Poggiali si recò negli uffici della ditta Montanari, che opera nel settore metallurgico. Doveva consegnare un certificato relativo a una pratica infortunistica dell’ex convivente, L. C..

In quell’occasione l’infermiera avrebbe schernito la segretaria, riporta sempre il Resto del Carlino. E, soprattutto, minacciato sia lei che il titolare con queste parole: “State attenti te e Montanari di non capitarmi tra le mani, perché io vi faccio fuori“. Frasi poi riportate anche durante il primo processo per omicidio. Secondo l’accusa tutto si è avverato cinque anni più tardi. L’anziano era stato ricoverato il 6 marzo 2014, per uno scompenso cardiaco, a Lugo nel reparto di Medicina interna. La Poggiali si ricordava di lui e la Procura ha fatto questa ricostruzione dei fatti. Che naturalmente dovrà essere provata in giudizio.

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