Omicidio Marilena Rosa Re, la confessione shock di Clericò: “La testa l’ho buttata nei rifiuti”

Vito Clericò ha confessato di aver ucciso Marilena Rosa Re, la donna scomparsa il 30 luglio scorso, il cui cadavere è stato rinvenuto il 12 settembre. I Ris sono al lavoro nella abitazione del killer per individuare possibili tracce ematiche, segni di colluttazione o frammenti di dna.

Ha confessato Vito Clericò, pensionato ex dipendente Esselunga accusato dell’omicidio di Marilena Rosa Re, sua amica ed ex vicina di casa. La promoter di 58 anni, madre di due figli e nonna, era sparita dalla propria abitazione a Castellanza, in provincia di Varese, il 30 luglio 2017. Il suo corpo, privo di vita, è stato ritrovato decapitato il 12 settembre scorso nell’orto dell’uomo.

Lo stesso Vito Clericò aveva indicato agli investigatori dove scavare per ritrovare il cadavere di Marilena Rosa Re, raccontando però che un uomo gli aveva consegnato, mentre si trovava nell’orto, il corpo della donna decapitato. Una storia assurda, che non ha mai convinto gli inquirenti. Il pensionato ha poi ammesso, nell’ultimo interrogatorio, di aver ucciso la donna e di averla decapitata con alcuni utensili. La testa, non ancora ritrovata, ha rivelato di averla gettata nell’immondizia. “Non ricordava bene in quale cassonetto avrebbe buttato la testa – ha spiegato l’avvocato dell’uomo, Daniela D’Emilio, come riportato da Il Giorno – dice di averla uccisa con armi che aveva nell’orto, ma che poi le avrebbe anche queste abbandonate davanti al cassonetto dei rifiuti”. La versione del 64enne è però ancora lacunosa e non ha inoltre chiarito il movente dell’omicidio, anche se gli investigatori continuano a seguire la pista economica.

I Ris di Parma, insieme agli investigatori di Busto Arsizio e Varese, come riporta Il Giorno, stanno effettuando delle ricerche nell’abitazione e nell’orto di Vito Clericò, a Garbagnate Milanese. Nel garage dell’abitazione, vicino alla taverna in cui i Carabinieri hanno sequestrato i jeans del pensionato sporchi del sangue di Marilena, sono emerse altre tracce ematiche. L’uomo, reo confesso, sostiene che si tratti del sangue del cane, affetto da alcune piaghe. I Ris comunque vogliono vederci chiaro ed analizzeranno quanto pervenuto. Inoltre gli inquirenti sono tornati anche nell’orto in cerca di altre tracce del dna, così da confermare le dichiarazioni di Clericò.

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