Al cancello della sua officina il motto di Auschwitz. Ma lui: “Nazismo? Non ne so nulla”

“Arbeit macht frei”, “il lavoro rende liberi”. La tristemente sarcastica scritta posta dai nazisti all’ingresso del campo di sterminio di Auschwitz (e non solo) durante la seconda guerra mondiale è stata replicata su un cartello all’ingresso di un’officina meccanica di Rimini. Sdegno in città e da parte del Comune che ora vuole i danni. Cartello rimosso. Ecco cosa è successo.

COSA È ACCADUTO AD AUSCHWITZ

Il fatto sconcertante avviene a pochissimi giorni dalla celebrazione in tutto il mondo del Giorno della Memoria, il 27 gennaio, quando fu liberato il lager di Auschwitz (27 gennaio 1945), dedicato al ricordo della Shoah, lo sterminio degli ebrei da parte dei nazifascisti. Nel solo campo di Auschwitz (nell’attuale Polonia) furono internati, schiavizzati, torturati e uccisi nelle camere a gas circa un milione e mezzo di persone fra il 1940 e il 1945. La grande maggioranza di essi erano ebrei.

“NON SO NULLA DEL NAZISMO”

Secondo quanto scrive il Corriere di Bologna, Alessandro Bertuccioli, 39 anni, titolare di un’officina meccanica alle porte di Rimini, di fronte a chi gli ha chiesto spiegazioni per il suo gesto, ha risposto che: “Io del nazismo non so nulla, sono nato nel 1979 e non ho una minima idea di cosa sia stato. Quel cartello è affisso da un mese e mezzo. Io rispetto tutti, neri e bianchi, non sono razzista. Non conosco quella storia, non so dove sia e cosa sia Auschwitz. Quella frase mi piace per il suo significato, ‘Il lavoro rende liberi’. Penso sia vero”.

La scritta, poi rimossa, sull’officina di Rimini

“E NON SONO PENTITO”

Dura la reazione del Comune di Rimini che ha annunciato di “valutare azioni in sede civile, a fronte del danno d’immagine che quel cartello arreca a una città medaglia d’oro per la Resistenza“. Bertuccioli ha insistito, sempre secondo quanto riporta il Corriere di Bologna: “Il mio è un omaggio alla Germania, vera locomotiva dell’Europa – ha detto -, e al valore del lavoro, che appunto rende liberi”. Il cartello ora è stato rimosso. Ma lui non sembra minimamente pentito: “Lo rimuoverò – aveva detto il meccanico qualche ora prima di togliere la scritta – perché non è più sostenibile ricevere telefonate di giornalisti e più in generale non voglio attenzioni, non di certo perché abbia cambiato idea o perché mi sia pentito”.

IN GERMANIA AVREBBE RISCHIATO LA GALERA

In un comunicato del Comune di Rimini si sottolinea che “In Germania l’episodio sarebbe punito con il carcere, essendoci una legge specifica. Ciò oltretutto fa crescere il rammarico per quella proposta di legge (la legge Fiano, ndr.) che si è arenata in Senato e che punisce chiunque faccia propaganda di immagini o contenuti fascisti o nazisti”. Il Comune invita però il meccanico che “ha dichiarato con una disinvoltura imbarazzante e penosa la sua ignoranza in merito alla storia e all’uso di quella scritta in tutti i campi di concentramento nazisti e ad Auschwitz” ad assistere ad alcune manifestazioni in programma il 27 gennaio, Giorno della Memoria: “Al male dell’ignoranza esiste una cura, la conoscenza e il dialogo. Possiamo riservargli un posto alla proiezione del film e a tutte le nostre iniziative”.

Rimini, scrive motto Auschwitz in ditta. Cosa è successo?
Auschwitz. Nel lager nazista morirono 1,5 milioni di persone (foto Domenico Coviello)

Photo credits: Twitter

Impostazioni privacy