Svolta nelle indagini dei tre italiani scomparsi in Messico: “Per gli inquirenti sono vivi”

Si riaccendono le speranze di trovare presto in vita i tre italiani scomparsi in Messico il 31 gennaio scorso. Vincenzo Cimmino, Raffaele e Antonio Russo per gli gli inquirenti sono vivi e in questa direzione si muovono le ricerche.

Una notizia positiva sembra finalmente arrivare per i familiari di Vincenzo Cimmino, Raffaele e Antonio Russo, i tre commercianti napoletani scomparsi in Messico il 31 gennaio scorso. Stando quanto rivelato agli organi di stampa dal loro legale, l’avvocato Claudio Falleti, i tre italiani sarebbero ancora vivi e l’attività investigativa si sta muovendo proprio in questa direzione. 

L’avvocato ha preso parte nella giornata di ieri, 30 marzo, ad una riunione alla Farnesina indetta per fare il punto della situazione sulla missione della scorsa settimana in centro America da parte della delegazione italiana, guidata dal sottosegretario agli Esteri Enzo Amendola. Il legale Claudio Falleti ha riferito: “La missione si è svolta su tre livelli: politico, giudiziario e investigativo. Amendola ha prima incontrato il suo omologo messicano, poi ha avuto contatti con la procura di Guadalajara e con il vice governatore dello stato di Jalisco. Noi – ha aggiunto l’avvocato – dopo oltre 60 giorni di buio, chiediamo al nostro ministero dell’Interno che si attivi per ottenere l’invio di investigatori italiani sul posto“. Alla Farnesina, oltre al legale della famiglia, vi si sono recati anche l’altro figlio di Raffaele Russo, Francesco, e altri tre familiari. In una nota della Farnesina si legge: “Alle controparti messicane sono state ribadite l’importanza che il governo attribuisce alla vicenda e l’urgenza di fornire al più presto notizie ed elementi certi alle famiglie dei connazionali scomparsi in Messico, richiedendo al riguardo massime rassicurazioni sull’impegno profuso dalle Autorità locali per risolvere rapidamente il caso”.

Vincenzo Cimmino e Antonio Russo avevano raggiunto il familiare Raffaele Russo per esercitare la loro professione di commercianti. I tre erano in Messico per vendere dei generatori elettrici. Il 30 gennaio Raffaele Russo, fuori di casa per lavoro, non rispondere più al telefono, scomparendo nel nulla. Vincenzo Cimmino e Antonio Russo, stando ad una ricostruzione dei fatti, escono con la macchina per cercarlo quando quattro poliziotti di Tecalitlan li fermano e li consegnano a un’organizzazione criminale dello stato di Jalisco. Per le quattro forze dell’ordine, accusate di sparizione forzata dei tre italiani, è scattato, per il momento, un anno di carcere preventivo in attesa del giudizio. Gli agenti hanno confessato di aver “venduto” per una cifra pari a 43 euro i tre italiani, ma non hanno rivelato la banda criminale.

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