Di Maio shock: “Reddito di cittadinanza? Tria deve trovare i soldi o faccio da solo”

Luigi di Maio attacca Giovanni Tria, ministro dell’Economia, sul reddito di cittadinanza. Secondo quanto riporta Repubblica, il vicepremier avrebbe confidato ai suoi: “Serve il coraggio di cambiare. Sul reddito di cittadinanza ci giochiamo la nostra sopravvivenza. Tria trovi i soldi, altrimenti facciamo da soli”. Per un altro verso sia Di Maio che Matteo Salvini avevano definito “proficuo” il vertice sulla Manovra, svoltosi lunedì 17 settembre, ma il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro aveva comunque ribadito che il Movimento Cinque Stelle non voterà alcun condono, traduzione corrente del termine un po’ sofistico usato dai leghisti di “pace fiscale”.

E adesso, più che mai, Di Maio tira dritto anche sul reddito di cittadinanza. “Non vogliono farcelo fare? Allora lo facciamo da soli”: questo il senso del pensiero del vicepremier pentastellato, che non avrebbe nascosto una certa irritazione nei confronti del titolare del Tesoro, Giovanni Tria, il quale viene considerato vicino da alcuni osservatori e analisti politici alle figure più istituzionali del nostro paese, compreso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Dopo il vertice di lunedì sera, dunque, quando erano le 21 passate, il leader del Movimento Cinque Stelle, ha convocato i suoi mandando due sms alla chat dei ministri e dei big pentastellati: riunione immediata in un ristorante del centro di Roma. Punto di frizione nella maggioranza è però anche il decreto d’urgenza su Genova: in particolare, dopo ormai più di un mese dalla tragedia del ponte crollato, non c’è ancora intesa sulla nomina del commissario straordinario incaricato della ricostruzione nel più breve tempo possibile e nel miglior modo. I Cinque Stelle sarebbero intenzionati prima di tutto a estromettere Giovanni Toti, governatore della Liguria in quota Forza Italia ma vicino alla Lega. Altro stallo è rappresentato dalla nomina dei nuovi vertici dei Servizi segreti. Grillini e leghisti, poi, sono divisi sulla gestione delle Olimpiadi invernali. Nubi all’orizzonte, dunque, in vista della legge di Bilancio, primo vero banco di prova del governo legastellato.

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