Processo Loffredo: reazione shock della nonna di Fortuna, allontanata dall’aula

Durante la requisitoria del pubblico ministero al processo per l’omicidio di Fortuna Loffredo sono state ascoltate le testimonianze sconvolgenti delle amiche della piccola. La nonna di Chicca si scaglia contro Raimondo Caputo.

Si avvicina la fine del processo per l’omicidio di Fortuna Loffredo, la bambina di 6 anni violentata e lanciata dall’ottavo piano del palazzo in cui abitava, al Parco Verde di Caivano, il 24 giugno del 2014. Il 21 giugno 2017, nell’aula della quinta Corte d’Assise di Napoli, si è tenuta la requisitoria del pubblico ministero Claudia Maione contro gli imputati Raimondo Caputo, accusato del delitto e violenza sessuale, e l’ex compagna Marianna Fabozzi, sospettata di favoreggiamento per aver coperto gli abusi sessuali dell’uomo ai danni delle sue tre figlie minorenni. La ricostruzione del delitto fatta dal pm, supportata anche da testimonianze video come quelle delle stesse figlie della Fabozzi, hanno colpito emotivamente i presenti. La nonna della vittima, nel sentire il racconto della migliore amica di Fortuna Loffredo, si è scagliata inveendo contro il presunto omicida. Il presidente Alfonso Barbarano è stato costretto a farla allontanare dall’aula.

Una morte orribile quella della piccola Fortuna, ricostruita durante la requisitoria tenutasi nell’aula della quinta Corte d’Assise di Napoli. Nella prossima udienza, che si terrà il 30 giugno 2017, sarà formulata la richiesta di condanna per i due imputati. Nei video, mostrati durante l’udienza dal pm Maione, sono stati immortalati diversi momenti molto forti, come: l’imputata Marianna Fabozzi che, in una stanza della caserma, istruisce la figlia maggiore, amica del cuore di Fortuna Loffredo, sulla versione da fornire ai carabinieri e il colloquio della figlia più piccola della donna con la psicologa e il pubblico ministero, nel quale la bimba racconta degli abusi subiti. In ultimo sono state riproposte le dichiarazioni dell’amichetta del cuore, testimone chiave del processo, che ha raccontato come Caputo abbia scaraventato giù dalla terrazza la piccola Fortuna.

Il pm Claudia Maione ha poi spiegato il perché le dichiarazioni di Raimondo Caputo non sarebbero credibili: “Prima ha detto di non aver mai abusato delle figlie, poi ha confessato gli abusi sulla figlia maggiore della Fabozzi. Successivamente che la morte di Fortuna è stata frutto di un comportamento posto in atto dalla Fabozzi ma anche che quest’ultima sarebbe responsabile della morte di Antonio Giglio. Lui quindi avrebbe convissuto con una donna responsabile di un duplice omicidio senza dire mai nulla e spiega questo suo comportamento con il fatto che voleva rimanere estraneo alla vicenda, pur avendo abusato della figlia maggiore. In ciò non c’è logicità”. Inoltre, il pm ha poi dimostrato come le dichiarazioni sostenute da Marianna Fabozzi siano prive di fondamento: “Ha negato ogni circostanza senza fornire alcuna spiegazione alternativa, anche quando le sono state contestate le intercettazioni ambientali”. Per la Maione non vi sono dubbi, entrambi gli accusati sono responsabili della morte della piccola Fortuna Loffredo.

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