Rischio igienico-sanitario in Emilia Romagna. “Bisogna fare presto” a ripulire acqua e fango, per evitare la diffusione di malattie.
Lo ha dichiarato ai nostri microfoni il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. “Più passa il tempo, più i batteri che sopravvivono nell’ambiente aumentano. Finché c’è la presenza, il rischio c’è. Le spore si distribuiscono e restano in giro per anni”.
Qual è al momento la situazione di rischio igienico-sanitario in Emilia Romagna?
“La situazione dell’Emilia Romagna è la stessa di tante altre in cui non c’è più un controllo igienico dell’ambiente. Le fognature sono esondate, l’acqua si è mescolata con i liquami, quindi i batteri patogeni rischiano di distribuirsi nell’ambiente, replicandosi”;
Quali comportamenti aumentano la possibilità di contrarre malattie?
“Camminare a piedi nudi nell’acqua stagnante davanti casa o al piano terra ci espone a diversi rischi di esposizione, anche di tipo chimico. Perché magari l’acqua si mescola a petrolio, benzina delle automobili che sono state inondate, disperdendo liquidi pericolosi. Può diventare un problema. Ma l‘elemento rischio infettivo è il principale”;
Quali malattie si rischiano?
“La salmonellosi, febbre tifoide e altre derivanti da batteri tipici delle infezioni alimentari gastroenteriche. Normalmente queste ultime sono legate alla gestione degli alimenti incongrui, in questo caso invece sono attribuibili alle deiezioni. Possono poi esserci anche dispersioni di spore, come quelle del tetano, tant’è che hanno immaginato di fare una vaccinazione antitetanica. Il clostridium tetani, cioè il batterio del tetano, produce delle spore e può infettare in modo banale con grande rischio. C’è anche la leptospirosi, trasmessa attraverso le urine anche di animali infetti come i topi. Oppure le amebiasi – la cosiddetta malattia delle mondine, cioè le donne che raccoglievano il riso nell’acqua stagnante- I produttori entrano attraverso le escoriazioni della circolazione venosa superficiale, si inseriscono e si moltiplicano “;
Come ci si può proteggere in questo momento?
“Ovviamente abbiamo dato indicazioni agli operatori e ai volontari in servizio di proteggersi con i dispositivi di protezione individuali che somigliano un po’ a quelli del Covid: occhiali, mascherine, guanti, sovrascarpe, stivali. Bisogna poi curare con attenzione l’igiene personale e non manipolare oggetti a mani nude”;
L’acqua del rubinetto è a rischio?
“L’acqua del rubinetto è un rischio. Già normalmente, una quota di acqua di impianti idrici soprattutto nelle città vecchie, ha delle dispersioni verso l’esterno. In alcune situazione sono anche assorbimenti. Il liquame può arrivare dai tubi interrati che hanno subito alterazioni. Andrebbe ripulita perché potrebbe essere stata alterata anche da una piccola contaminazione che non cambia il colore dell’acqua”;
Per quanto durerà il pre-allarme?
“Purtroppo la salmonella cresce. Più passa il tempo, più i batteri che sopravvivono e aumentano nell’ambiente. Finché c’è la presenza, il rischio c’è. Le spore si distribuiscono e restano in giro per anni”;
Quindi bisogna fare presto a sistemare la situazione…
“Esattamente. Bisogna fare presto. Andrebbe poi verificato se ci siano dispersioni nelle fognature, in modo da gestirle per ridurre il rischio espositivo”.